PEOPLE
Nel 2010, attraverso un vetro del bazaar di Aleppo scattai questa foto, uno sguardo non preoccupato ma che esprimeva una leggera tristezza, a quei tempi poteva rappresentare l'espressione di un popolo oppresso da una dittatura che in occidente definivamo crudele, e in effetti lo era, pensiamo che Assad padre fece circondare la città ribelle di Hama e la rase quasi completamente al suolo. La guerra in Siria di questi ultimi anni, che fra l'altro ha malauguratamente causato la totale distruzione di Aleppo, quella che era la più bella città del medio oriente, mi ha fatto pensare spesso a questa foto e riconsiderare parecchie cose. Il popolo siriano era sicuramente in una situazione difficile, ma sicuramente non terribile come negli ultimi anni, quindi a volte bisognerebbe considerare "il meno peggio". Cosa che le grandi potenze spesso dimenticano, non è un discorso politico di parte, una semplice constatazione.
Nei miei viaggi ho avuto la fortuna di rapportarmi con diversi popoli, il più sbalorditivo è sicuramente l'iraniano. Gentilissimi, cordiali, vogliosi di comunicare, è l'unico luogo dove non ho mai avuto la sensazione che qulcuno mi stesse fregando. Qualcuno mi ha anche detto: noi non odiamo americani e israeliani, chi li ha mai visti! Noi odiamo gli iracheni punto e basta, a causa della lunghissima guerra del secolo scorso; all'ingreso di ogni paese iraniano c'è un manifesto in onore dei caduti nella guerra contro Saddam. Potrei continuare elencando popolazioni e mie impressioni ma mi sembra poco elegante e francamente noioso.
Quando fotografo "la gente" cerco di fare 2 cose, isolarle dal resto oppure contestualizzarle nell'ambiente, se mi iresce cerco di fare entrambe le cose con inquadrature diverse. Gli scatti spesso sono veloci e anche un pò rubati quindi le imperfezioni non mancano, in ogni caso per questo tipo di foto cogliere l'attimo è la cosa più importante e quasi mai hai il tempo di controllare tutto il campo inquadrato.